Messico: contro il neoliberismo o il capitalismo? L’ultimo anno del governo di Amlo

Il governo di Andrés Manuel López Obrador (AMLO) sta giungendo al suo ultimo anno. Il suo mandato è stato pieno di difficoltà di ogni tipo: la pandemia di COVID-19, la crisi economica causata da essa, violenza incontrollata, squadrismo della destra, etc. Tuttavia, i sondaggi indicano che il suo tasso di approvazione supera il 65%. AMLO gode di un sostegno di massa tra i settori più poveri. Contro ogni previsione, l’appoggio alla sua personalità permetterà al partito che ha formato, Morena, di vincere le elezioni del prossimo anno, a meno che qualcosa non sparigli le carte.

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Il segreto del successo di AMLO

Molti di coloro che cercano di analizzare ciò che sta succedendo in Messico non riescono a comprendere perché l’appoggio a AMLO è così forte, se consideriamo che la crisi del COVID-19 nel 2020 ha portato a un crollo del Pil dell’8%. Sebbene gli anni successivi abbiano visto una certa ripresa, l’economia ancora non ha raggiunto i livelli pre-pandemici.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) calcola che l’aumento dei decessi in Messico tra il 2020 e il 2021 si aggira sui 626mila. La cifra data dal governo è di 333mila, aggiornata ad aprile dell’anno in corso. Oltre a ciò, c’è tutto quello che la pandemia ha causato, come 5milioni di studenti che hanno lasciato la scuola, un aumento vertiginoso della violenza domestica nel 2020, con un aumento del 100% delle richieste d’aiuto da parte delle donne, e così via. Coloro che si limitano a un’analisi superficiale guarderanno questi fatti e si troveranno disorientati.

La prima cosa da spiegare è che l’arrivo di AMLO al governo nel 2018 ha aperto una valvola di sfogo dopo 30 di attacchi inauditi su ogni piano contro la classe lavoratrice, le donne e i giovani.

I governi precedenti, in particolare quelli di Felipe Calderón (2006-2012) e di Peña Nieto (2012-2018), hanno condotto una guerra civile unilaterale, nella quale i narcos, in collaborazione con l’apparato statale, hanno attaccato le donne e i giovani, assassinando e facendo scomparire migliaia di giovani. Le controriforme introdotte da questi governi sul lavoro, l’energia, l’istruzione, etc. erano rivolte a completare la privatizzazione dell’elettricità e del petrolio e a spazzare via i diritti dei lavoratori.

Tutte le istituzioni borghesi ne sono uscite estremamente screditate. Si può dire che la situazione politica subito dopo la fine del governo di Peña Nieto era quella di un paese sull’orlo di un’esplosione di lotte di massa nelle strade. La situazione avrebbe potuto assumere un carattere insurrezionale, come quello delle rivolte in Ecuador e in Cile nel 2019.

C’era già il precedente della lotta contro i brogli elettorali nel 2006 e quello della Comune di Oaxaca nello stesso anno. Le lotte ci sono state, ma non si sono sviluppate in una maniera unitaria. Come nel 2006, AMLO ha usato la sua autorità per contenere il movimento e per impedire che prendesse il carattere di una lotta generalizzata per il rovesciamento del governo. Al contrario, ha incanalato tutta l’energia del movimento di massa sul terreno elettorale.

In assenza di una direzione rivoluzionaria che guidasse il movimento a una lotta per il potere, milioni di lavoratori, contadini poveri e giovani hanno riposto tutte le proprie speranze e illusioni nella vittoria di Lopez Obrador alle elezioni del 2018.

AMLO non ha mai detto che il suo governo avrebbe posto fine al capitalismo. Fin dall’inizio, ha definito il suo compito principale come quello di una lotta contro la corruzione e il “neoliberalismo”. È in queste cose che AMLO crede che risieda l’origine di tutti i mali della società.

Nella sua concezione liberale, questa lotta dovrebbe essere condotta rafforzando le istituzioni statali, tagliando i cospicui stipendi dei funzionari di stato ben pagati e cercando di evitare gli sprechi e la rapina delle casse dello stato. Da qui derivano le sue lotte emblematiche contro il furto di carburante (huachicol), la riduzione degli stipendi degli alti funzionari di stato, la scomparsa dei fondi segreti, una lotta per incrementare la riscossione delle tasse, in opposizione a tutte le aziende e i contratti che danneggiavano le finanze dello stato, etc.

Allo stesso tempo, ha utilizzato tutto il suo capitale politico, tutta la simpatia che suscita nella gente, per rilegittimare le istituzioni statali screditate. Per lui, la cosa più importante è mostrare che non c’è più un brutto ceffo alla presidenza e che in tale posizione può condurre ora una battaglia morale per salvare e redimere chiunque si metta a sua disposizione.

Il ruolo dell’esercito

Così, vedendo che tutto l’apparato statale era marcio, si è posto l’obiettivo di usare le Forze Armate come testa di ariete. Non è che lì non vi sia corruzione, ma la disciplina è mantenuta e gli atti di corruzione vengono tenuti ben nascosti all’interno delle alte gerarchie militari.

Tutti conoscono il ruolo che le forze armate hanno giocato, in particolare nel movimento studentesco del 1968, quando massacrarono centinaia di studenti nella Plaza de las Tres Culturas. Poi ci furono i sequestri e l’assedio delle comunità di Guerrero nella lotta contro la guerriglia, nel corso della cosiddetta guerra sporca degli anni Settanta. E, più di recente, hanno partecipato al sequestro e al massacro di 43 studenti di Ayotzinapa. L’esercito è la spina dorsale di un regime di oppressione fondato sullo stato capitalista, eppure AMLO lo presenta come “il popolo in uniforme”, “leale al paese” e un “pilastro nella lotta contro la corruzione”.

Per assicurarsi che i vertici militari mantengano una buona relazione con il suo governo, egli non ha esitato a fare loro concessioni economiche e politiche a ogni livello. I fondi loro dedicati sono stati ripetutamente incrementati anno dopo anno. È stata creata la Guardia Nazionale, ed è determinato a lasciarla sotto l’amministrazione dell’esercito – come dice, per impedire che diventi corrotta.

Ha dato all’esercito, per un periodo di tempo indefinito, il compito di amministrare il nuovo progetto del Treno Maya, degli hotel che si stanno costruendo lungo la ferrovia e del nuovo Felipe Angeles International Airport (AIFA). I militari sono incaricati di sorvegliare le dogane, gli ospedali, le strada, i nuovi aeroporti che si stanno costruendo nel sud del paese, etc.

L’esercito e la marina sono gli strumenti con i quali il governo di AMLO ha portato a termine i suoi progetti strategici, in cambio di quanto è stato dato loro in termini di potere economico e politico, a un livello che non potevano vantare dai tempi della rivoluzione, quando le forze armate occupavano il centro dell’arena politica.

Adesso, grazie all’appoggio di AMLO, le forze armate (esercito, marina e guardia nazionale) godono di un livello di sostegno popolare oltre il 65%. Questo avviene nonostante il fatto che le sparizioni e gli assassini continuino, così come i femminicidi. Gli unici crimini che sono sostanzialmente in calo sono le rapite, i rapimenti e i furti di automobili. Fondamentalmente, la violenza continua.

Questo significa anche che, sebbene il governo abbia fatto dei passi in avanti nel riconoscimento del ruolo dello stato nella guerra sporca, ci sono dei limiti molto chiari a quanto in là voglia andare nello svelare la verità. Né l’esercito in quanto istituzione, né alcuno dei suoi esponenti può essere toccato.

Lo abbiamo visto nel caso degli studenti di Ayotzinapa. Si è andati avanti nelle indagini e una parte della responsabilità politica ha cominciato a venir fuori. Ma il ruolo centrale giocato dall’esercito nella scomparsa dei 43 studenti, i suoi legami con il narcotraffico, etc., sono al di là dei limiti di ciò che è permesso, e non c’è chiaramente nessuna intenzione di districare la matassa. Le speranze che i parenti degli studenti e chi lotta per la giustizia avevano in questo governo sono state deluse.

Lo stato promotore di capitalismo e welfare

Un altro aspetto centrale di questa amministrazione è il modo in cui AMLO ha usato lo stato e le sue finanze. Da un lato ha dato tutta una serie di sussidi ai settori più poveri del paese, soprattutto negli stati centrali e meridionali. Dall’altro, ha portato avanti i suoi nuovi progetti strategici – il Treno Maya, l’airoporto AIFA, il Treno Transistmico (Ferrocarril Transístmico) che collega l’Oceano Pacifico e l’Atlantico, tutti i parchi industriali che verranno aperti lungo la ferrovia – tutti intesi a attrarre investimenti esteri per riempire il paese di “maquiladoras” (fabbriche per l’esportazione).

Per quanto riguarda il primo aspetto, AMLO ha detto nelle sue conferenze stampa mattutine che i programmi sociali adesso coinvolgono 25 milioni di famiglie, mentre 5 milioni hanno un membro della famiglia che lavora per i governi locali o statale. Cioè, 30milioni di famiglie ricevono soldi dallo stato su un totale di 32 milioni di famiglie che vivono nel paese.

Questa politica di welfare include il sostegno per i più anziani (266 dollari ogni due mesi); borse di studio dalla scuola primaria fino all’istruzione universitaria (che variano nella somma conformemente al livello degli studi);il programma per i giovani Costruire il Futuro, con il quale il governo paga il salario (361 dollari al mese) per un anno ai giovani che sono impiegati nelle aziende registrate per ricevere la formazione; il Programma Seminare Vita, con cui ha piantato 6 milioni di alberi (pagando i lavoratori 361 dollari al mese); forniture di fertilizzante gratuito per i contadini e l’acquisto dei loro prodotti a prezzi agevolati; proposte di un sistema sanitario universale, etc. Inoltre, ha decretato un aumento del 90% del salario minimo.

Si parla di un 60% del traffico del Treno Maya (che era pensato come un treno turistico) che verrà usato per il trasporto merci. Il Treno Transistmico è stato progettato per competere con il Canale di Panama e per essere una nuova traiettoria per le merci nordamericane e cinesi. In più, ci sarà un’esenzione dalle tasse per i nuovi investimenti di capitale in questa regione, così come avviene al confine settentrionale, dove stanno approdando centinaia di grandi aziende nel contesto del fenomeno di rilocalizzazione conosciuto come near-shoring [ndt, rilocalizzazione in paesi vicini alla madrepatria].

Nel 2022, gli investimenti esteri hanno raggiunto i 35 miliardi di dollari, la cifra più alta dal 2015. Si prevede che questa cifra continuerà a aumentare nei prossimi anni. Dato che i tassi di interesse sono cresciuti quasi in parallelo con quelli negli Stati Uniti (adesso il tasso di interesse è all’11,25%), si è impedita una fuga disastrosa di capitale e ciò ha aiutato il peso ad aumentare di valore nei confronti del dollaro. Adesso, un dollaro equivale in media a 18 pesos, mentre sotto il governo precedente si assestava, in media, a un dollaro per 20 pesos.

Il governo ha anche ripetutamente fatto appello agli emigrati messicani negli Stati Uniti a inviare le proprie rimesse e ha autorizzato numerose aziende ad applicare commissioni ridotte. L’impatto di questo denaro è stato sostanziale sulle finanze. Nel 2022, il denaro delle rimesse ha raggiunto il picco storico di oltre 58 miliardi di dollari, un aumento del 14,4% rispetto al 2021. AMLO ha dichiarato che questo denaro ha un impatto diretto su 10 milioni di famiglie.

I capitalisti si prendono i soldi mentre sferrano colpi al governo

La borghesia non riconosce AMLO come uno dei propri politici. Per questo, è stato trattato malamente fin dall’inizio del suo governo. La borghesia considera la sua connessione con le masse popolari e i suoi virulenti attacchi a quelle che chiama “le mafie del potere” come un pericolo potenziale nei propri confronti.

Imprenditori come Claudio X. González, erede dell’azienda Kimberly Clark, stanno guidando e coordinando l’opposizione dei partiti di destra per la presentazione di un fronte unito alle elezioni del 2024. Il grande capitale è incapace di andare d’accordo con questo governo e continua a opporsi politicamente a AMLO. Adesso deve pagare le tasse – mentre i governi precedenti le rimborsavano o esentavano le aziende dal pagarle. Devono fare a meno dei contratti d’oro e ridurre la somma di denaro nelle campagne pubblicitarie, etc.

Così, il grande capitale è l’organizzatore delle campagne di calunnie e di tutti gli attacchi contro il governo, che contengono una forte componente di odio di classe. In essi si riflette il modo con cui i capitalisti disprezzano le masse per il loro supposto basso livello di istruzione, la loro ignoranza, etc. Gli esecutori e i portavoce sono i partiti di destra (PRI, PAN e PRD) che seguono servilmente le istruzioni dei capitalisti.

Queste campagne sono uno dei principali temi abbordati nelle “mañaneras” [ndt, dallo spagnolo mañana, mattina], le conferenze stampa quotidiane del presidente. Lì, AMLO risponde a esse e smaschera le loro menzogne. Questo ha aiutato il governo a capitalizzare tutti questi attacchi a suo favore e a far sì che chi gli è vicino serri i ranghi e stia in attesa di appelli alla mobilitazione. Il linguaggio che AMLO usa nel denunciare la destra si connette con un sano odio di classe presente in milioni di lavoratori e contadini, che considerano il presidente il “proprio” presidente. Tuttavia, AMLO rimane negli stretti confini del nazionalismo borghese nel suo linguaggio, criticando il “neoliberalismo”, la “corruzione”, la “mafia”, ma mai il sistema capitalista in sé, mai l’imperialismo.

Questo appoggio di massa è limitato alla persona di AMLO e non si estende ai burocrati di Morena negli stati e nei municipi. Il partito è diventato una macchina elettorale che riproduce tutti i vizi dei partiti di vecchio stampo: la corruzione, il clientelismo, etc. C’è stato l’arrivo di politici di destra nelle strutture di Morena a ogni livello, un processo che lo stesso AMLO ha incoraggiato e che ha provocato un ampio malcontento nella base del partito. Malgrado questo tira e molla con la destra, il governo di AMLO ha facilitato e promosso l’accumulazione di capitale da parte della borghesia nazionale e internazionale. I numeri non mentono e il governo se ne fa un fregio.

“Ti posso dire che non c’è una persona ricca in Messico che abbia perso denaro durante il periodo nel quale ho governato e mi rifaccio all’evidenza. Se la sono cavata alla grande”, ha affermato. Questa affermazione è corretta. Nel 2022, i 50 capitali d’investimento più grandi in Messico sono cresciuti del 30% rispetto all’anno precedente. Il capitale bancario è uno dei più grandi beneficiari. Le 15 famiglie più ricche hanno accresciuto le proprie fortune di 645 miliardi di pesos. Tutto ciò contrasta con l’aumento dei poveri da 51,9 milioni a 55,7 milioni.

Il governo ha smesso di investire nelle infrastrutture per incoraggiare gli investimenti privati: una classica politica “neoliberale”, ma che è stata applicata solo in alcuni settori. In altri, come nell’energia, il governo è deciso a conquistarsi il controllo azionario e a investire nell’acquisto delle aziende private, cosicché le aziende controllate dallo stato possano godere di una quota maggioritaria nella presa delle decisioni e nella produzione di elettricità e petrolio.

Anche se non possiamo entrare nel dettaglio in questo articolo, sull’arena internazionale AMLO ha seguito una politica di gesti che lo distanziano dall’imperialismo statunitense. Allo stesso tempo, tuttavia, la subordinazione del Messico al suo potente vicino a nord si è approfondita, specialmente nella politica migratoria e con la firma del nuovo Accordo di Libero Scambio.

Contraddizioni e prospettive

Il governo soffre delle classiche contraddizioni del capitalismo: la povertà in crescita costante, il crimine, lo sfruttamento dei lavoratori, gli omicidi, il traffico di droga, l’assenza di lavori dignitosi e ben pagati, etc. In più, soffre delle contraddizioni di un paese che confina con un paese imperialista: il flusso di migranti dal viaggio drammatico, il traffico di droga e di esseri umani, la costruzione di fabbriche che saccheggiano le risorse naturali e devastano l’ambiente. Dobbiamo aggiungere a ciò il sabotaggio permanente di una parte della borghesia che sottrae al mercato milioni di dollari e che sostiene una campagna permanente sui mass media contro ogni iniziativa del governo.

La politica di welfare del governo ha avuto un impatto nel mantenere sotto controllo le masse. Ciò non significa che le contraddizioni di classe non si esprimano. Per esempio, a livello sindacale c’è stato un aumento del 150% negli scioperi dall’inizio del suo mandato di sei anni, dal momento che le differenti riforme fatte dal governo hanno dato ai lavoratori la possibilità di esprimersi. Questo è avvenuto a Matamoros nel 2019, in svariati sindacati nei quali si è sviluppata una lotta per la democrazia sindacale, etc. Quando questi conflitti tra capitale e lavoro erompono, il governo cerca di non intervenire, o per meglio dire, lascia che il conflitto esploda e si sviluppi. In alcuni casi, secondo l’organizzazione dei settori in lotta, la classe lavoratrice vince. In altri, viene schiacciata.

Le mobilitazioni più forti e dirette sono state nel settore delle lotte studentesche e delle donne. In entrambi i casi, è la gioventù che mantiene alto lo spirito combattivo. Sebbene durante la pandemia questi due settori non siano potuti scendere in piazza, appena le scuole hanno riaperto, le mobilitazioni studentesche non hanno aspettato a svilupparsi. Nella Giornata Internazionale delle Donne quest’anno, la mobilitazione è stata di massa ed è proseguita per ore.

La destra ha cercato di intervenire cinicamente in queste lotte e di capitalizzarle per colpire il governo. In generale, il movimento stesso è stato capace di liberarsi di questi intrusi e di portare avanti la lotta per le sue giuste rivendicazioni.

Alla sinistra di Morena non c’è nessuna organizzazione di massa con una prospettiva alternativa corretta. Nelle elezioni del prossimo anno, il partito di AMLO sicuramente uscirà vittorioso, qualunque sia il suo candidato, ma il governo sarà del tutto differente da quello attuale.

Le tendenze maggioritarie dentro Morena puntano a una continuità con le politiche di AMLO nella figura di Claudia Sheinbaum, o anche a spostarsi a destra verso una negoziazione aperta con la borghesia, nella figura di Ebrard. Questi sono i due candidati più forti.

Ma la situazione è più complessa. Molte delle misure che AMLO ha preso aumentano sempre di più la dipendenza dell’economia messicana da quella statunitense. Tutto lascia pensare a una recessione economica del vicino del nord, che trascinerà con sé l’economia messicana e complicherà ancora di più le cose al prossimo governo. Alcuni dei fenomeni economici che hanno favorito AMLO (near-shoring, alti prezzi dell’energia, etc.) stanno per finire. Le contraddizioni e le lotte nei sindacati e tra i giovani si intensificheranno e le possibilità per l’intervento dei marxisti saranno eccezionali.

Il problema non è il “neoliberalismo”, né la corruzione. Questi sono soltanto sintomi della crisi propria del capitalismo. Mentre rispondiamo agli attacchi della destra reazionaria, dobbiamo spiegare pazientemente i limiti del programma di AMLO.

Per migliorare sostanzialmente le condizioni di vita delle masse, non bastano piani di welfare occasionali, è bensì necessario ribaltare i rapporti di forza nella società. Solo mettendo le risorse della società nelle mani della maggioranza della popolazione (lavoratori, lavoratrici, contadini, giovani) sarà possibile garantire una vita degna, case, sanità, istruzione e lavoro per tutti. Pertanto, è necessario espropriare il piccolo gruppo di parassiti capitalisti che controllano i mezzi di produzione e metterli sotto il controllo della classe lavoratrice, che produce tutta la ricchezza.

Ci stiamo preparando a eventi straordinari nella lotta di classe.

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