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Nonostante gli appelli da parte del Consiglio dell’Esercito per far terminare gli scioperi, i lavoratori egiziani, incoraggiati dalla rivoluzione, continuano a sviluppare scioperi di massa per risolvere i loro problemi ormai annosi. Pubblichiamo due rapporti che abbiamo ricevuto sul crescente movimento della classe operaia egiziana.

Il prestigioso quotidiano economico venezuelano El Mundo ha recentemente rivolto  a Alan Woods una serie di domande che sollevano alcune questioni fondamentali della rivoluzione venezuelana, inclusa l'economia e la questione della proprietà, il ruolo della classe lavoratrice e della borghesia. Pubblichiamo di seguito l' intervista, che è uscita sul Mundo lo scorso 17 dicembre.

Sabato 15 si è svolto a Roma, davanti all’ambasciata della Tunisia, un sit-in a sostegno del popolo tunisino in lotta. Erano presenti oltre alla comunità tunisina, parecchie organizzazioni della sinistra.

È certamente difficile seguire il rincorrersi degli eventi in Tunisia, dove la protesta contro il carovita e per il diritto al lavoro, si è trasformata in un tentativo di rivoluzione: è un mese ormai, dal 17 dicembre che il popolo tunisino continua a scendere in piazza nonostante la dura repressione messa in atto dal governo di Ben Ali (stime delle organizzazioni umanitarie parlano di 66 morti).

Sono passati due decenni da quando Francis Fukuyama ha pubblicato il libro La fine della storia e l’ultimo uomo, annunciando il definitivo trionfo dell’economia di mercato e della democrazia borghese. Questa idea sembra essere confermata da quasi 20 anni di mercati in forte rialzo e di quasi ininterrotta crescita economica. Politici, banchieri centrali e manager di Wall Street erano convinti di aver finalmente domato il ciclo economico fatto di boom e recessioni.

Il titolo dell’Economist dice già tutto: “Europa: Molto dolore, misero guadagno”. In tutta Europa, i governi stanno lottando per riprendere il controllo dei loro immensi deficit. Per farlo però, devono presentare il conto alla classe operaia e alla classe media. La verità diventa quindi sempre più chiara agli occhi dei lavoratori, che si trovano ad affrontare un intero periodo di  tagli e di attacchi ai loro standard di vita. E stanno reagendo.

Sabato 27 novembre centomila persone, nonostante il brutto tempo invernale, hanno manifestato partendo da Wood Quay verso l’Ufficio Centrale delle Poste per protestare contro le misure di austerità annunciate dal piano quadriennale. Alcuni di loro hanno addirittura manifestato all’interno di una barca sul Liffrey – la flotta operaia è arrivata! Nel frattempo il governo si riunisce a porte chiuse per discutere le misure per il salvataggio con i funzionari della Bce.

Il movimento degli studenti britannici contro i tagli all'istruzione del governo conservatore ha sperimentato un salto di qualità con le manifestazioni dello scorso 24 novembre in tutto il paese, che hanno visto la partecipazione massiccia delle scuole superiori. Per capire ciò che sta succedendo in Gran Bretagna, pubblichiamo la traduzione di un articolo apparso sul sito Socialist Appeall

Rendiamo disponibile il documento che presenteremo alla discussione e al voto in tutti i congressi territoriali della Federazione della Sinistra. Invitiamo tutti i nostri lettori e sostenitori a fare altrettanto. Il regolamento congressuale infatti ha impedito che potesse avere pari dignità e diritti a livello nazionale rispetto al documento proposto dal Consiglio politico nazionale della FdS.

Sono passati 30 anni da quel fatidico 14 ottobre 1980 quando per le vie di Torino sfilavano 5mila capi, crumiri e “amici” della Fiat, diventeranno 15mila nei Tg della sera, 30mila per la Stampa, 40 mila per la Repubblica, e come tali verranno ricordati: la marcia dei 40mila. Quel corteo a sostegno della Fiat chiudeva un’intera fase di lotte sociali nel nostro paese.

Dopo il 12 ottobre il movimento contro l'attacco alle pensioni ha raggiunto un punto critico. Le giornate di mobilitazione non sono più il centro di gravità, anche se continuano ad essere massicce e sempre più militanti, come dimostra quella del 19 ottobre. Adesso l'asse centrale della lotta si è spostato su scioperi ad oltranza e picchetti che bloccano i diversi settori dell'economia.

Nelle elezioni che si sono tenute in Brasile, Domenica 3 Ottobre, il PT (Partito dei lavoratori) ha ottenuto più seggi al Senato federale ed è cresciuto, in termini numerici, anche alla Camera dei Deputati. Tuttavia, Dilma Rousseff, (il candidato-presidente del PT) non è riuscita a vincere al primo turno. Come si spiega questo?

Gli strateghi seri dell’imperialismo statunitense comprendono che una vittoria militare in Afghanistan è da escludersi. Allo stesso tempo, Russia, India, Cina e altre potenze stanno manovrando per trarre vantaggio dalla situazione. Tutto questo è il risultato della sconfitta reazionaria della Rivoluzione Saur del 27 aprile 1978 (Saur è il secondo mese del calendario persiano, corrispondente al nostro aprile, ndt) . Adesso, in ogni caso, la memoria di quel periodo sta tornando tra i lavoratori e i giovani, che sono alla ricerca di un’alternativa sia al fondamentalismo reazionario che al regime attuale.