Portogallo – La fine della “geringonça” e i compiti della sinistra

La bocciatura della proposta di legge di bilancio è segnale di un cambiamento qualitativo nella situazione politica del Portogallo. Le elezioni anticipate del prossimo anno si svolgeranno in un contesto politico molto differente da quello precedente. Dopo sei anni di collaborazione del BE [Blocco di Sinistra N.d.R.] e del PCP [Partito Comunista Portoghese N.d.R.] con il governo PS [Partito Socialista N.d.R.], la geringonça (accordo di governo tra PS, BE e PCP) è morta. In questo momento i comunisti e i blocchisti [membri del Blocco di Sinistra N.d.R.], accusati di aver fatto cadere il governo, si trovano in una situazione difficile.

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Appoggiamo la decisione coraggiosa del PCP e del BE di respingere la legge di bilancio reazionaria e all’insegna dell’austerità del PS, la quale aveva inoltre proprio l’obiettivo di provocare una crisi di governo. È però necessaria un’autocritica sugli errori commessi dalla sinistra durante la geringonça. I militanti e gli attivisti di sinistra e del movimento operaio devono trarre le necessarie conclusioni da questa esperienza affinché possano uscire rafforzati da questa crisi. È importante prepararci politicamente per le grandi lotte che si presenteranno dinanzi a noi nel futuro.

La legge di bilancio

Il PCP e il BE volevano introdurre nella legge di bilancio delle misure basilari e progressiste per la classe lavoratrice e per i settori impoveriti del paese: l’aumento del salario minimo fino a 850 euro (ancora abbastanza inferiore a quello dei Paesi vicini, inclusa la Spagna) e delle indennizzazioni in caso di licenziamento collettivo; il rafforzamento della negoziazione collettiva; la revoca degli attacchi alle pensioni e il loro aumento generalizzato; il rafforzamento del servizio sanitario nazionale e del suo carattere pubblico. Sebbene la proposta del PS contenesse alcuni punti positivi, era tuttavia molto lontana da ciò che sarebbe stato necessario per “destroikare”1 il Paese e per alleviare il duro impatto sociale e economico della pandemia. Il PCP e il BE sono rimasti fermi nelle loro rivendicazioni e hanno quindi agito correttamente rifiutando la legge di bilancio del primo ministro António Costa.

L’inflessibilità del PS, i suoi appelli alla “responsabilitá”, alla “sostenibilità” e al non “porre in pericolo la ripresa”, riflettono il vero intento del Governo: compiacere i padroni e scaricare tutto il peso della crisi sulla classe lavoratrice. La ripresa capitalista promossa dal PS si basa palesemente sullo sfruttamento dei lavoratori. Ci sono state di fatto varie intromissioni dei padroni sia nelle negoziazioni della legge di bilancio, sia nel periodo successivo alla bocciatura. I rappresentanti (degli industriali N.d.R.) non solo hanno abbandonato la commissione di concertazione sociale ma hanno anche mantenuto riunioni costanti con il presidente della repubblica Marcelo Rebelo de Sousa. Il premier Antonio Costa si è perfino scusato con i padroni per le timide proposte di riforma del lavoro. La democrazia borghese è fatta in questo modo: i rappresentanti eletti dal popolo modificano i loro programmi politici e si genuflettono con facilità se sottoposti alla pressione dei ricchi e del grande capitale! Il presidente Marcelo ha dimostrato inoltre il carattere antidemocratico della sua presidenza, difendendo la necessità della “stabilità” capitalista in un tempo di crisi come quello attuale. Le pressioni dell’Unione Europea, per “moderare” il contenuto della legge di bilancio, sono emerse chiaramente dai comunicati della stessa, così come dal colloquio occorso tra Christine Lagarde e il presidente Marcelo.

Durante la pandemia i governi hanno speso miliardi di euro per salvare il capitalismo. Le banche centrali hanno adottato delle politiche espansive senza precedenti di stampa di moneta. Alcuni analisti della sinistra riformista hanno confuso queste misure disperate e temporanee con un abbandono dell’austerità e con un ritorno alla politica keynesiana. Gli strumenti utilizzati per evitare il collasso totale si sono convertiti nel loro contrario: in montagne di debiti e in un’inflazione senza controllo (aggravata dai colli di bottiglia nelle catene di distribuzione), che sono ora un fardello pesante per l’economia. Secondo gli ultimi dati, il debito pubblico portoghese, alla fine del 2020, ha raggiunto il valore astronomico del 133% del PIL. Per invertire questo processo, i governi capitalisti devono ritornare ai tagli. Questa austerità non sarà una semplice ripetizione di quella che abbiamo visto dopo il 2008. L’Unione Europea sta promuovendo una spesa pubblica secondo i suoi piani di recupero, i quali mirano a rafforzare le grandi imprese europee e farle diventare più competitive di fronte alle guerre commerciali e alle tensioni con la Cina, la Russia e gli Stati Uniti. Di conseguenza, parallelamente a questi grandi investimenti, i governi, soprattutto nei paesi della periferia europea, sono sotto pressione per controllare i loro debiti e per avviare delle “riforme strutturali”.

Le macchinazioni di Costa

L’intransigenza del PS nei confronti della sinistra è causata in primo luogo dal suo desiderio di compiacere i capitalisti (in Portogallo e in Europa) e in secondo luogo, dalle pressioni provocate dalla crisi del sistema.

Ciò risulta anche dal calcolo politico dello stesso premier António Costa, da tempo alla ricerca di un pretesto per rompere con il PCP e il BE. Questa concordanza tra le ambizioni di Costa e le esigenze dei capitalisti non è casuale. Nonostante abbia una retorica di sinistra, il PS è ovviamente un partito molto sensibile alle pressioni della borghesia.

È evidente che la funzione della socialdemocrazia è quella di ingannare i lavoratori, di proteggere la borghesia e di occultare i suoi reali intenti attraverso dei discorsi che sono progressisti solamente nell’apparenza. Costa vuole liberarsi del PCP e del BE per realizzare i propri obiettivi senza intralci e senza rendere conto a nessuno.

Al di là della retorica del 2015, il premier Costa non è mai stato a suo agio con la geringonça, da sempre considerata una soluzione esclusivamente temporanea. Nel 2019 si è poi allontanato decisamente dai suoi “alleati di sinistra”, collaborando con la destra per l’approvazione della nuova legge del lavoro.

I pessimi risultati del PCP e del BE nelle elezioni amministrative di settembre hanno convinto Costa della possibilità di tagliare i ponti con questi partiti e di ottenere la maggioranza assoluta in eventuali elezioni anticipate. Sebbene il PS abbia sofferto sconfitte in comuni importanti come Lisbona, Coimbra e Funchal, è riuscito comunque a mantenere la sua maggioranza relativa.

Nelle valutazioni di Costa ha assunto un peso rilevante anche la crisi della destra e dei suoi due partiti tradizionali, PSD [Partito Social Democratico N.d.R.] e CDS [Centro Democratico Sociale – Partito Popolare N.d.R.], che sono logorati da guerre interne.

Un’eventuale crescita di Chega e di Iniciativa Liberal (Partiti rispettivamente di estrema destra, Chega, e liberale, Iniciativa Liberal, di recente formazione e ingresso nel Parlamento) contribuirà ad una maggiore frammentazione della destra. D’altra parte, l’atteggiamento più combattivo del PCP e del BE delle ultime settimane è essenzialmente una conseguenza delle elezioni amministrative che finalmente hanno reso chiaro ad entrambi i partiti come il legame con il PS li abbia in questi anni danneggiati.

PCP e BE: una decisione non preparata

Appoggiamo la decisione del PCP e del BE di votare contro la legge di bilancio e rifiutiamo la demagogia ipocrita del PS che tenta dare la colpa a questi partiti per la caduta del governo. Nel 2015 fu corretto favorire la formazione del governo Costa per espellere la destra dal potere e per mostrare che il PS non sarebbe stato capace di rispondere alle aspettative dei lavoratori. Tuttavia, subito dopo l’insediamento di António Costa, il PCP e il BE, sarebbero dovuti passare immediatamente all’opposizione invece di celebrare un accordo di stabilità politica di lungo termine. Grazie a questa alleanza il PS ha invece assunto un’apparenza di sinistra e Costa ha tratto vantaggio dalle concessioni elargite dal Governo (ottenute sempre grazie alle pressioni del PCP e del BE). Ciò nello stesso momento in cui la responsabilità delle numerose capitolazioni è stata al contrario condivisa tra gli alleati della geringonça. Inoltre, la geringonça ha aiutato a sfumare le differenze politiche tra il PS, il PCP e il BE agli occhi delle masse che, osservando l’apparente sintonia tra questi partiti, sono state spinte ad avvicinarsi all’alleato più forte ovvero il PS.

Il PCP e soprattutto il BE hanno creato delle illusioni sul nuovo Governo. Il BE è arrivato al punto di candidarsi ad essere un’effettiva forza di governo. Non ci sono state avvisaglie serie da parte del PCP e del BE di rottura della geringonça. In determinati momenti, è stato piuttosto il PS ad utilizzare questa minaccia per proteggere le sue politiche a favore del capitalismo, come per esempio, durante la lotta dei professori nel 2019. In sintesi, grazie all’attitudine conciliatrice della sinistra, la geringonça non ha aiutato a compromettere il PS. Anzi, ha finito per rafforzarlo.

Ironicamente la fine dell’accordo di governo (un preludio dell’attuale crisi) è stato portato avanti dallo stesso PS dopo le elezioni del 2019. Dobbiamo purtroppo concludere che la ragione fondamentale della difficile situazione nella quale si trovano attualmente il PCP e il BE deriva dal loro atteggiamento debole e inconsistente di fronte a Costa.

La bocciatura del progetto di bilancio è una conseguenza inevitabile delle contraddizioni di classe tra i partiti della geringonça, la cui rottura non è stata tuttavia preparata adeguatamente da parte del PCP e del BE. Per un cambiamento di questa portata era necessaria una preparazione politica previa, che allertasse i lavoratori della crisi economica che si sarebbe verificata e che soprattutto fornisse una spiegazione politica coerente sulla natura del conflitto politico. Negli ultimi tempi il PCP e il BE hanno indurito le loro critiche (il BE ha perfino votato contro la legge di bilancio del 2020) ma queste semplici manovre parlamentari non sono state sufficienti.

In particolare, le proposte del BE e del PCP per la legge di bilancio, che hanno scatenato la rottura, dovevano essere utilizzate per creare una mobilitazione prolungata e energica nelle piazze e diventare delle rivendicazioni centrali nella vita politica del Paese, assunte attivamente dalle masse. Non sono sufficienti dei discorsi parlamentari e alcuni volantini nelle strade: sarebbe stato necessario mobilitare i militanti e i simpatizzanti e, approfittando del forte legame del PCP con i sindacati, coinvolgere i settori più colpiti dalle misure della legge di bilancio del Governo (pensionati, lavoratori sanitari, lavoratori precari, ecc.). La debole mobilitazione su queste questioni ha facilitato la demagogia del PS, il quale ha presentato la disputa sulla legge di bilancio come una banale discussione atta solo ad occultare l’obiettivo cinico, da parte di PCP e BE, di far cadere il governo.

il PCP e il BE sono adesso in una situazione difficile proprio a causa della mancanza di preparazione della rottura della geringonça. Le masse hanno accolto la caduta del governo con stupore e incomprensione. Come era prevedibile, ampi settori sociali hanno creduto nella demagogia del governo che ha dato la colpa della rottura alla sinistra. António Costa nutre l’aspettativa di uscire rafforzato dalle prossime elezioni, e tenterà di approfittare delle difficoltà che attraversano sia i due partiti di sinistra sia la destra.

La sua è tuttavia una decisione rischiosa che apre le porte ad un possibile ritorno della destra, anche se frammentata, e persino ad una partecipazione di Chega nel governo. I militanti e i simpatizzanti del PCP e del BE non si possono far scoraggiare da queste difficoltà congiunturali. Il dovere della classe lavoratrice e dei giovani è quello di organizzare la propria lotta in una campagna elettorale che tragga tutte le conclusioni necessarie dagli avvenimenti recenti. Dobbiamo esigere che il PS non aspetti le elezioni per aumentare il salario minimo, le pensioni e l’investimento nel Servizio Sanitario Nazionale.

Un programma rivoluzionario

A prescindere dalle considerazioni congiunturali, è importante per gli attivisti e i militanti, comprendere i processi e le tendenze generali che hanno portato a questi avvenimenti. La crisi del capitalismo è anche la crisi del riformismo e la caduta del governo riflette questo fatto anche se di forma distorta.

Lo sviluppo senza precedenti delle forze produttive negli ultimi decenni è entrato in forti contraddizioni con la proprietà privata, l’anarchia del mercato e l’incentivo al profitto, ovvero contro le stesse relazioni del modo di produzione capitalista. Il mercato mondiale, caratterizzato per lo sfruttamento al quale è sottoposta la classe lavoratrice e per la concorrenza tra le differenti potenze, è diventato troppo piccolo per le capacità produttive esistenti. Gli strumenti tradizionali della borghesia per ampliare artificialmente il mercato, il debito e l’espansione monetaria, sono facce della stessa medaglia che nel medio periodo aggraveranno solamente la recessione. Le crisi di sovrapproduzione diventano sempre più frequenti e profonde, mentre le fasi di crescita diventano più corte, deboli e instabili. Allo stesso tempo, si radicalizza la lotta tra le grandi potenze, nello specifico gli Stati Uniti e la Cina, per il dominio del mercato mondiale.

In questo contesto, c’è minore margine di manovra per le politiche riformiste, essendo sempre più difficile ottenere concessioni. Questo non significa che sia impossibile per i lavoratori conquistare nuovi diritti o migliori condizioni di vita. È però certo che qualsiasi possibile avanzamento, esigerà una lotta più intensa e affronterà una maggiore resistenza da parte della borghesia che tenterà di sabotare e posteriormente invertire, qualsiasi concessione che sia obbligata a fare.

Al di là delle ambizioni politiche dei differenti partiti, le crescenti tensioni tra la sinistra e il PS e il collasso della geringonça dimostrano l’incapacità di governi riformisti come quello di António Costa di soddisfare le rivendicazioni basiche della classe lavoratrice. La lezione che devono trarre i militanti del PCP e del BE e tutti i lavoratori coscienti e politicamente attivi è che sotto il capitalismo i problemi fondamentali delle masse non possono essere risolti.

Esistono risorse sufficienti per garantire case di qualità, salute, educazione, servizi e condizioni di vita degne per tutta la popolazione. Il problema è che queste risorse sono nelle mani di un’élitè minoritaria e sono sottomesse ai criteri anarchici e inefficienti del mercato. È necessario dotare la sinistra di un programma socialista che offra un’uscita rivoluzionaria alla crisi del capitalismo portoghese e mondiale. Una mobilitazione incessante intorno a questo programma da parte del PCP e del BE, unita con l’esperienza di vivere sotto governi di destra e del PS, potrà certamente accellerare la ricerca di conclusioni rivoluzionari da parte delle masse.

In queste elezioni anticipate, è prevedibile un rafforzamento temporaneo delle tendenze moderate e conservatrici. Tuttavia, questo possibile contrattempo momentaneo non può scoraggiare i lavoratori in lotta dinanzi al processo generale che si sta sviluppando. Indipendentemente dal risultato delle elezioni, il governo che uscirà fuori da questo processo, che sia del PS o di destra, non usufruirà di una stabilità economica o sociale. La geringonça, che è coincisa con una tappa della ripresa economica del 2015-2019 e con la crisi scatenata dalla pandemia, ha condotto ad una pausa nel processo di radicalizzazione e di lotta che è cominciato nel 2011. Difeso così com’era dalla sinistra, si è creata l’impressione che il governo del PS avesse conquistato una vera e propria pace sociale. La sua caduta mostra che ciò era un’illusione. La fine della geringonça richiede un necessario chiarimento politico sulla natura del riformismo, di cui il PCP e il BE possono approfittare, se adottano una linea corretta. Dialetticamente, la lotta di classe si sviluppa e si prepara per un livello superiore. L’epoca della stabilità in Portogallo è finita.

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